TRIBUNALE ORDINARIO DI SANTA MARIA CAPUA
VETERE
DURATA DEI PROCESSI PENALI
.
La più rilevante disfunzione che penalizza l’effettività della risposta
giudiziaria continua ad essere la difficoltà di pervenire in tempi rapidi alla
definizione dei processi.
1) Tale difficoltà –
quanto al processo penale – deriva da una
molteplicità di cause – tutte note e più volte sottolineate – la più rilevante
delle quali va individuata nell’esasperante lentezza della fase
dibattimentale, che trae origine sia dall’attuale disciplina del codice di rito,
sia dall’oggettiva sproporzione (almeno nel nostro circondario) tra numero
dei processi e forze
disponibili (in termini di strutture, mezzi, personale di magistratura e di
cancelleria), queste ultime gravemente sottodimensionate.
Sotto il primo profilo, è sufficiente ricordare le numerose
disposizioni che rallentano la definizione del processo (ad esempio si pensi
alla necessità di rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale in caso di
mutamento del collegio giudicante anche in uno solo dei suoi componenti,
oppure – sotto altro aspetto – alla difficoltà di tradurre in materiale
utilizzabile per la decisione dibattimentale le corpose risultanze acquisite
nella fase investigativa qualora si sia fatto ricorso a mezzi tecnici complessi
come le intercettazioni telefoniche, oppure ancora alla difficoltà di escutere
testimoni trasferiti all’estero), o ai problemi organizzativi che penalizzano
la celebrazione dei dibattimenti più complessi (ricorso ai video
collegamenti con necessità di disporre di un congruo numero di aule
attrezzate – poste anche all’esterno del Tribunale – stante la presenza di
collaboratori di giustizia o di detenuti sottoposti al regime ex art. 41 bis
O.P., frequente verificarsi di concomitanze per il contemporaneo impegno
dei medesimi imputati in più procedimenti).
Di conseguenza, i tempi di durata del processo penale restano
sostanzialmente stabili, pur nella variabilità dei vari casi concreti.
2) Un fenomeno certamente degno di nota è quello dei procedimenti
istruiti dalla
DDA per reati di mafia (associazione punita dall’art. 416 bis
c.p., estorsioni, illecita concorrenza, riciclaggio, associazione finalizzata al
traffico di stupefacenti): il numero e soprattutto le dimensioni di tali
dibattimenti incidono fortemente sui ruoli d’udienza, imponendo la
fissazione in tempi brevi (si tratta quasi sempre di processi con detenuti) di
un elevato numero di udienze, così da comprimere inevitabilmente (ed
ulteriormente) le possibilità di trattazione dei processi “ordinari”.
In particolare deve ancora una volta evidenziarsi come il Tribunale di
S. Maria C. V. sia gravato da una rilevante quota percentuale di processi di
competenza della Direzione Distrettuale Antimafia, attestatasi più
recentemente intorno al 17%: infatti, alla data del 30.6.2012 risultavano
complessivamente pendenti presso i 6 collegi delle due sezioni penali (tre
collegi per ciascuna sezione) n. 124 processi provenienti dalla DDA
(dinanzi ai 6 collegi, sempre alla data del 30.6.2012, pendevano
complessivamente n. 748 procedimenti). Dinanzi a ciascun collegio, tra
processi DDA e processi “ordinari”, sono pendenti in media 125
procedimenti.
Dei 124 processi provenienti dalla DDA, 21 contano più di 10
imputati e tra questi ve ne sono uno con oltre 60 imputati e due con oltre 40
imputati, sebbene il 14.5.2012 sia stato definito il processo Apicella + 53
ed il 12.6.2012 sia stato definito il processo Iovine + 80.
Nonostante l’impegno profuso dai colleghi, non è stata possibile,
come nell’anno precedente, una riduzione delle pendenze, rimaste
sostanzialmente stabili (dinanzi ai 6 collegi, alla data del 30.6.2011,
pendevano complessivamente n. 746 procedimenti), ciò soprattutto per le
comprensibili difficoltà incontrate nella definizione dei maxi processi e per
l’elevato numero delle sopravvenienze. Il risultato appare comunque
apprezzabile, specie se si tiene conto dei numerosi tramutamenti di sede
che hanno interessato il Tribunale nel periodo in esame e che hanno indotto
lo scrivente ad avanzare richieste di posticipato possesso e di applicazione
endodistrettuale ed extradistrettuale.
Non va trascurato, poi, il rilevante carico pendente dinanzi al
collegio che in via esclusiva si occupa delle misure di prevenzione (n. 374
procedimenti pendenti al 30.6.2012), che ha disposto nel periodo in esame
sequestri e confische per ingenti valori.
3) Altrettanto deve ribadirsi quanto alla
durata dei processi civili.
L’impegno dei colleghi ha consentito nel periodo in esame una ulteriore
riduzione dei procedimenti pendenti dinanzi alle tre sezioni di Corte di
Assise (n. 28 al 30.6.2012 rispetto ai n. 41 pendenti al 1°.7.2011 e ai n. 50
pendenti al 30.6.2010; nel 2007 risultavano pendenti n. 81 processi),
essendo stati definiti con sentenza n. 22 procedimenti.
QUESTIONI PREGIUDIZIALI PREVISTE DALL’ART. 234 DEL
TRATTATO C.E.E.
non risulta che siano state sollevate nel periodo che interessa
Benché pervengano talora, dalla Corte di Appello di Roma o
dall’Avvocatura dello Stato, richieste di informazioni e di copia
degli atti relativamente a procedimenti celebrati presso questo
Tribunale, non sono state segnalate decisioni ai sensi della legge n.
89 del 2001.
•
Non sono stati adottati particolari sistemi informativi, ma risulta che
le cancellerie comunicano regolarmente l’avvenuta cassazione di
una sentenza ai magistrati che l’hanno deliberata, se ancora in
servizio presso l’Ufficio.
GIUSTIZIA PENALE
Risultano ridotte in misura significativa le iscrizioni per il delitto di
associazione per delinquere di stampo camorristico (- 44,64%) e per il
delitto di omicidio volontario (- 40%). Si tratta indubbiamente dei reati che,
insieme alle estorsioni (che invece registrano un aumento prossimo al 20%)
e allo spaccio di stupefacenti, condizionano la serenità della popolazione e
dell’economia locale, con negative ricadute sugli assetti sociali ed
imprenditoriali, anche per il pericolo di infiltrazione dei clan in vari settori
economici e pubblici. Tali fenomeni sono combattuti con impegno
ininterrotto ed intenso dai Giudici di questo Tribunale il cui lavoro è reso
più arduo dall’oggettiva inadeguatezza dell’organico, interessato, peraltro,
da continue scoperture che talora non hanno consentito il funzionamento di
tutti i collegi ed il rafforzamento di quello impegnato nella trattazione
esclusiva delle misure di prevenzione, strumento efficacissimo nell’azione
di lotta alla criminalità organizzata.
In merito sembra opportuno evidenziare che il profitto costituisce il
principale e, forse, unico movente delle organizzazioni criminali per cui
un’efficace strategia di contrasto non può prescindere dalle misure di
prevenzione, in specie quelle patrimoniali, giacché l’applicazione delle
misure cautelari coercitive e l’irrogazione e l’esecuzione delle pene, non
accompagnata da una massiccia attività di lotta sul piano patrimoniale,
lascia notevoli margini di sopravvivenza ai sodalizi criminosi che sono in
grado di assicurare ampio ricambio, anche generazionale, delle forze al
proprio interno. Il collegio delle misure di prevenzione ha disposto nel
periodo in esame n. 16 provvedimenti di sequestro e n. 9 di confisca.
Risulta aumentato il numero dei collaboratori di giustizia e rilevante
resta il loro contributo all’accertamento delle responsabilità per gravissimi
delitti.
Frutto della intensa azione di contrasto alla criminalità organizzata
sviluppatasi negli ultimi anni può ritenersi il già segnalato calo delle
iscrizioni per delitti di associazione per delinquere di stampo camorristico e
di omicidio volontario. Resta tuttavia alto ed è anche aumentato, come
pure segnalato, il numero delle iscrizioni per i delitti di estorsione (122: +
18,45%).
Risultano sensibilmente ridotte le iscrizioni per i delitti di bancarotta
fraudolenta patrimoniale (-73,91%) e in flessione quelle per i delitti di
rapina (- 8,55%) e furto in abitazione (- 13,04), mentre sono in aumento le
iscrizioni per i delitti di usura (+12,50%). Poco significativi appaiono i dati
relativi alle iscrizioni per le frodi informatiche (3, nell’anno precedente 6),
le frodi comunitarie (0, come nell’anno precedente) e i reati di falso in
bilancio (1, nell’anno precedente 2). In lieve flessione risultano le truffe
finalizzate al conseguimento di erogazioni pubbliche (- 12,50%), mentre
appare significativo di un rinnovato impegno nella lotta all’evasione fiscale
il sensibile aumento delle iscrizioni per i reati in materia tributaria di cui al
D.L.vo 74/2000, passate da 17 a 24 (+ 41,18%).
Elevato e crescente risulta il numero delle iscrizioni per delitti di
corruzione (da 28 a 40: +42,86%), in flessione ma comunque significativi
quelli relativi ai delitti di peculato (7: - 22,22%) e di concussione (7: -
12,50%).
Molto rilevante è l’aumento dei procedimenti per i delitti di violenza
sessuale (passati da 34 a 48: + 41,18%, senza considerare 13 iscrizioni per
delitti tentati) e di atti persecutori (c.d. stalking, da 16 a 33: + 106,25%),
significativo di una ormai diffusa propensione alla denuncia.
Risultano in notevole aumento anche le iscrizioni per reati di omicidio
colposo (passate da 9 a 17: + 88,89%) e reati in materia di rifiuti (da 21 a
64: + 204,76%) e di inquinamento (da 14 a 19: +35,71%). Poco
significativi appaiono i dati relativi alle iscrizioni per lesioni colpose gravi
e gravissime (da 0 a 1), reati in materia di pornografia (da 2 a 4), riduzione
in schiavitù e tratta di esseri umani (da 1 a 0). Per una migliore valutazione
dei dati si allega una tabella analitica.
Non si registrano dati significativi in materia di estradizione, assistenza
giudiziaria e mandato di arresto europeo.
Sono stati segnalati, da parte dei Giudici per le indagini preliminari ed
anche da parte dei Collegi (talora investiti anche in sede di riesame), e
sono in aumento i provvedimenti in materia di "sequestro per equivalente",
disposto (o talora negato) in relazione a reati di usura, truffa, a reati
tributari (cfr. art. 1, comma 143, della legge n. 244 del 24 dicembre 2007)
o finalizzato alla misura ablatoria di cui all’art. 12-sexies D.L. 306/1992.
SETTORE CIVILE
Prima Sezione Civile
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Benché vada esaurendosi la celere definizione dei numerosissimi
procedimenti seriali che negli anni precedenti hanno appesantito il ruolo
della sezione (appelli contro sentenze dei giudici di pace in materia di
somministrazione di energia elettrica e servizio telefonico), nel periodo in
esame (1.7.11 – 30.6.12), grazie all’impegno profuso da tutti i magistrati
della sezione la durata media dei procedimenti contenziosi civili si è ancora
leggermente ridotta rispetto al periodo precedente, attestandosi a 1044
giorni per i procedimenti contenziosi ordinari (contro i 1258 giorni del
precedente periodo) ed a 619 giorni (contro i 527 giorni del periodo
precedente) per i procedimenti di separazione e divorzio. Si è anche ridotta
la durata media dei procedimenti esecutivi immobiliari (da 1250 a 1165
giorni). Sostanzialmente stabile la durata dei procedimenti cautelari,
monitori e di volontaria giurisdizione, nonché delle procedure esecutive
mobiliari. Si pone in rilievo che si espongo dati disaggregati (secondo lo
schema predisposto dal C.S.M. in vista della preparazione dei programmi
di gestione dei procedimenti civili), che non sono quindi immediatamente
comparabili con quelli esposti nella relazione per il precedente periodo, che
erano invece dati relativi a tutte le materie, compresi i procedimenti speciali
e la volontaria giurisdizione e quindi scontavano la minor durata di tali
procedimenti.
Il dato aggregato complessivo segna una riduzione rispetto al periodo
precedente essendo disceso a 696 giorni rispetto ai 707 giorni del periodo
precedente.
Va tuttavia segnalato che ancora pendono 395 procedimenti
contenziosi ordinari iscritti entro il 30.6.2002, quasi tutti in materia di
successione e divisione o provenienti da lunghi periodi di sospensione e di
recente riassunti, sui quali è concentrato l’impegno dei magistrati della
sezione teso a definirli il più rapidamente possibile, com’è dimostrato dal
fatto che la pendenza si è ridotta rispetto al dato rilevato per il periodo
precedente (471).
Pertanto le pendenze dei procedimenti di cognizione contenziosi
ordinari, alla cui trattazione attendono il presidente di sezione, sei giudici
ed un G.O.T. che regge un ruolo da tempo privo di titolare, si sono ridotte
rispetto al periodo precedente (al 30.6.11 pendevano 9.800 procedimenti di
cognizione, mentre al 30.6.12 la pendenza è scesa a 7.572); sono
modestamente aumentate le pendenze della cause in materia di famiglia (da
1687 a 1704), sono in crescita anche le procedure esecutive immobiliari (da
3447 a 3586), alla cui trattazione sono addetti tre giudici, i quali conoscono
anche delle opposizioni, mentre uno di essi, coadiuvato da un G.O.T., tratta
le esecuzioni mobiliari.
Come evidente ricaduta nel mondo giudiziario della crisi economica
si è registrato un incremento delle sopravvenienze di procedimenti
esecutivi immobiliari, nonché delle intimazioni di sfratto per morosità.
Si è registrato un incremento del ricorso al patrocinio a spese dello
Stato, imputabile anche alla crisi economica, che sta provando la
popolazione del circondario.
Non sono state sollevate questioni pregiudiziali ai sensi dell’art. 234
del Trattato C.E.E. e rare sono state le occasioni di diretta applicazione
della disciplina comunitaria.
Non si sono registrate decisioni di particolare importanza con riferimento
alla Convenzione C.E.D.U.. Data la lunga durata di numerosi
procedimenti, si può temere che essi diano spunto a numerose richieste di
equo indennizzo ai sensi della c.d. legge Pinto; peraltro il modesto numero
di richieste di relazioni al riguardo che provengono dall’Avvocatura
Generale dello Stato di Roma depone nel senso che solo poche delle parti
interessate avanzino domanda di equa riparazione per l’eccessiva durata dei
procedimenti.
Continua ad essere elevata la sopravvenienza di cause in materia di
famiglia, per le quali l’udienza presidenziale viene fissata in media a tre o
quattro mesi dal deposito del ricorso. In genere la fase contenziosa viene
definita nel-l’arco di un anno o un anno e mezzo.
Costante è la sopravvenienza di cause in materia di responsabilità
civile anche nei confronti della pubblica amministrazione.
Altrettanto vale per le cause a tutela dei consumatori.
Seconda sezione civile.
Come già per il periodo precedente continua a manifestarsi un
incremento delle sopravvenienze di cause in materia di lavoro rispetto a
quelle relative alla previdenza sociale, che una volta sopravvenivano in
numero circa doppio rispetto alle prime, mentre oggi si giunge quasi a
sopravvenienze di ugual peso.
Notevole è sempre la massa dei ricorsi in materia di lavoro presso le
pubbliche amministrazioni, che rappresentano circa la metà delle cause di
lavoro.
Si è registrato un eccezionale incremento dei procedimenti cautelari e
dei connessi reclami, quasi tutti in materia di licenziamento, evidente
riflesso nel campo giudiziario delle difficoltà economiche che attraversa il
nostro paese.
La sezione è rimasta priva per quasi tutto il periodo in esame del
Presidente titolare, trasferito ad altro ufficio, e tuttora è in attesa che prenda
servizio il Presidente di recente nominato dal C.S.M.; continua inoltre ad
avere un ruolo scoperto, sicché la notevolissima massa di lavoro è
suddivisa tra dodici giudici e un GOT, che, con notevole impegno, gestisce
i ruoli scoperti.
Ciò ha influito sulla durata media dei procedimenti che è passata dai
919 giorni del periodo precedente a 1.085 giorni. Ma l’impegno dei giudici
della sezione ha tuttavia ottenuto il risultato di un ulteriore abbassamento
delle pendenze
Le pendenze di cause in materia di lavoro sono passate da 13.453 al
30.6.11 a 12.130 al 30.6.12, mentre quelle in materia di previdenza sono
passate da 18.203 al 30.6.11 a 16.901 al 30.6.12.
Pendono ancora circa 1700 procedimenti ultraquinquennali (meno
del 5% della pendenza complessiva), di cui solo 30 ultradecennali.
Terza Sezione Civile.
La sezione ha visto finalmente insediarsi proprio all’inizio del
periodo in esame il suo nuove presidente, però ben presto ha perso un dei
magistrati più anziani ed esperti, passato ad altro ufficio, che la carenza
generale di organico non ha consentito di sostituire, con la conseguenza che
il suo ruolo è stato suddiviso tra gli altri giudici in servizio (il presidente e
quattro giudici), che quindi hanno dovuto affrontare un rilavante
incremento del carico di lavoro.
Nonostante ciò, l’impegno profuso dai colleghi, soprattutto
nell’intesa interlocuzione con i curatori, al fine di individuare le strategie
C:\Users\IMPROTAG\Desktop\CD_ANNO_GIUDIZIARIO_2013\Tribunali relazioni\2.Trib. S. MARIA C.V..docLettera pres.segr.doc./1prot.
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più idonea a pervenire alla chiusura dei fallimenti ha portato a risultati
lusinghieri.
Le procedure fallimentari pendenti all’inizio del periodo erano,
secondo i dati elaborati dalla DGSTAT ai fini della redazione dei
programmi ex art. 37 del d. lgs. 98/2001, che probabilmente sommano le
procedure prefallimentari e quelle fallimentari e di cui è preferibile tener
conto (in luogo delle statistiche elaborate dal direttore della cancelleria di
sezione, che riportano dati disaggregati ed in certa misura più bassi) poiché
si tratta dei dati di cui disporrà il Primo Presidente della Corte di
Cassazione, 1.939, mentre al 30.6.12 sono scese a 1.853, nonostante
consistenti sopravvenienze (680 nuova procedure).
La durata media delle procedure fallimentari è rimasta
sostanzialmente stabile (955 giorni contro i 957 giorni del periodo
precedente).
Quanto al contenzioso continua il trend di riduzione delle pendenze.
Al 30.6.12 pendevano 2.566 procedimenti, mentre al 30.6.12 ne pendevano
solo 1462; ciò anche grazie ad una notevole riduzione delle sopravvenienze
(474 nuovi procedimenti, mentre nel periodo precedente erano
sopravvenuti 954 nuovi procedimenti).
La durata media si è ridotta da 1.243 giorni al 30.6.11 a 1.184 giorni
al 30.6.12.
La durata dei procedimenti prefallimentari è stata contenuta entro i
sei mesi.
Molte delle procedure fallimentari, rallentate da fattori non
dominabili dai giudici delegati (la durata dei procedimenti contenziosi
avviati per il recupero di beni o di crediti o delle azioni di responsabilità
verso gli amministratori di società fallite; la difficoltà di vendere i beni
acquisiti all’attivo fallimentare, il proliferare di opposizioni allo stato
passivo) pendono da oltre un quinquennio e di queste alcune da oltre un
decennio. Su di esse è concentrata l’attenzione dei colleghi della sezione, al
fine di ridurne per quanto possibile il numero.
Solo pochi procedimenti contenziosi (19) pendono da oltre 10 anni,
mentre sono 240 quelli che pendono da oltre cinque anni.
Sezioni Distaccate.
L’articolazione territoriale del Tribunale prevede ben cinque sezioni
distaccata, per tre delle quali (Aversa, Marcianise e Carinola) la situazione
logistica è notevolmente carente.
Tutte (ad eccezione di quella di Piedimonte Matese) sono
caratterizzate dall’insufficienza dell’organico rispetto alla mole del lavoro
che deve essere smaltito, tanto che nel progetto per le tabelle per il periodo
2012/2014, trasmesso al C.S.M. prima che l’evoluzione normativa in
materia di circoscrizioni giudiziarie facesse slittare la procedura di
approvazione, si prevede l’incre-mento dell’organico per le sezioni di
Caserta e di Carinola, maggiormente gravate rispetto alle altre) e spesso
dalla copertura di posti in organico, oltre che dalla scarsità del personale
amministrativo.
Per tutte ed in particolare per quelle di Carinola, Aversa e Caserta si
è registrato negli ultimi anni un notevole avvicendamento di magistrati, che
inevitabilmente, ha inciso sulla funzionalità della gestione dei ruoli.
Ciò spiega come il tempo medio di durata dei procedimenti
contenziosi ordinari per l’intero circondario sia significativamente
maggiore (1382 giorni) rispetto a quello calcolato per la prima sezione
civile della Sede Centrale, che tratta le medesime materie trattate presso le
Sezioni Distaccate (1044 giorni) e risulti in crescita rispetto al periodo
precedente (1296 giorni), mentre quello della prima sezione civile della
sede centrale è in diminuzione.
Passando al dettaglio, si può osservare quanto segue.
La
Sezione Distaccata di Caserta, che per quasi tutto il periodo in
esame ha avuto uno dei quattro ruoli scoperto e gestito da un GOT, che ha
reso assai poco, ed ha scontato la riduzione del carico di lavoro per una
collega appena rientrata dall’assenza per maternità, ha registrato un
incremento della durata media dei procedimenti, passando da 1.700 giorni a
2.041 giorni.
Peraltro le pendenze del contenzioso ordinario sono rimaste stabili,
passando da 6.741 al 30.6.11 a 6.742 al 30.6.12.
La
Sezione Distaccata di Aversa ha registrato un incremento della
durata media dei procedimenti rispetto al periodo precedente, passando da
1297 giorni a 1552 giorni.
Anche le pendenze del contenzioso ordinario si sono incrementate,
passando da 5.679 al 30.6.11 a 5.920 al 30.6.12.
La
Sezione Distaccata di Marcianise, che negli anni precedenti,
grazie all’ottimo impegno dei due magistrati in servizio aveva ridotto
notevolmente pendenze e durata media dei procedimenti, grazie
all’eliminazione del contenzioso che più facilmente si prestava alla
definizione, nel periodo in esame, avendo affrontato lo zoccolo duro del
contenzioso che le è assegnato, ha registrato una battuta d’arresto con un
incremento della durata media da 968 giorni a 1.299 giorni
Ha però ulteriormente ridotto le pendenza, passando da 3.433 al
30.6.11 a 3.098 al 30.6.12
La
Sezione Distaccata di Carinola, che ha scontato gli effetti del
sostanziale blocco dei ruoli verificatosi nei primi mesi del 2011 a causa
della scopertura di un ruolo e dell’assenza per maternità della collega che
gestiva l’altro ruolo, ha registrato un incremento della durata media dei
procedimenti rispetto al periodo precedente, passando da 1757 giorni a
2.972 giorni.
Anche le pendenze del contenzioso ordinario si sono incrementate,
passando da 5.770 al 30.6.11 a 6.111 al 30.6.12.
Per la Matese
Sezione Distaccata di Piedimonte data la disastrosa
situazione del personale amministrativo mancano i dati relativi al periodo
in esame, onde non è possibile operare il confronto con il periodo
precedente.
Nel complesso va sottolineato che l’insufficienza dell’organico sia
dei magistrati che del personale di cancelleria, la conseguente intensità
dell’im-pegno richiesto ai magistrati ed al personale ausiliario (in continua
diminuzione a causa del prolungato blocco del turn over, tanto che per la
sezione distaccata di Piedimonte è stato necessario prevedere il
trasferimento anticipato del contenzioso civile presso la Sede Centrale a
partire dal gennaio 2013 a causa della riduzione del personale ad una sola
unità, che deve occuparsi di tutti i servizi e che seri problemi si stanno
ponendo anche presso la sezione distaccata di Marcianise, afflitta anch’essa
da una seria scopertura del già insufficiente organico), il notevole tasso di
avvicendamento dei magistrati, i ritardi nella copertura dei posti rimasti
vacanti e la carente situazione logistica (è noto che il settore civile è
collocato in edifici progettati per la civile abitazione ed adattati nella
misura in cui è stato possibile alle esigenze di un pubblico ufficio
caratterizzato da intenso accesso del pubblico) costituiscono impedimenti
che non consentono di raggiungere livelli di risposta alla domanda di
giustizia più adeguati alle aspettative della società civile, anche se
l’impegno di tutti sortisce risultati apprezzabili sul piano del contenimento
delle pendenze e dei tempi di definizione dei procedimenti
Il Presidente del Tribunale
Andrea Della Selva